Antonio Conte l’ha rifatto: nessuno come lui in Serie A
Primo tecnico nella storia del calcio italiano a vincere lo scudetto con tre squadre diverse(Juve, Inter e Napoli). Sesto campionato vinto da allenatore, decimo totale, numeri strabilianti quelli di Mr.Antonio da Lecce, lo specialista dei trionfi🇮🇹👇

Sono le 22:48 quando l’arbitro La Penna fischia la fine di Napoli-Cagliari, dando il via ad una grande festa che, conoscendo la città , si protrarrà per diverso tempo. I partenopei sono Campioni d’Italia per la quarta volta, la seconda nelle ultime tre stagioni. Un fatto inedito nella quasi centenaria storia azzurra, all’epoca di Maradona, infatti, le prime due affermazioni nazionali di sempre furono distanziate di tre anni(86/87, 89/90) anche se nel mezzo vi era stata la conquista della Coppa Uefa(1989).
Diversa la trama, identico l’epilogo. Dal tripudio della “Grande bellezza” di due anni or sono made by Luciano Spalletti, alla grande concretezza dello scudetto 24/25, passando per le macerie di un’annata, la scorsa, che si era conclusa con un mortificante decimo posto e pareva aver minato ogni certezza perfino in ordine al futuro stesso della società di Aurelio De Laurentiis, ai vertici del calcio italiano da ormai quindici anni, con pochissimi passaggi a vuoto.
E da chi si poteva mai ripartire se non dall’uomo che meglio di chiunque altro sa raccogliere questo tipo di sfida? La scelta di Antonio Conte per la panchina del Napoli, di un Napoli disastrato dal post terzo scudetto, si colloca nel solco tracciato dalla storia personale del tecnico leccese, la cui carriera parla da sé: laddove serve un reset per rilanciarsi al vertice, lui fa sempre il suo. La “terapia d’urto” contiana aveva già funzionato alla Juventus, riportata alla vittoria in Italia sei anni dopo calciopoli, al Chelsea, portato in vetta alla Premier League dopo il settimo posto dell’anno precedente, e all’Inter, riportata alla vittoria di uno scudetto che mancava da undici anni. Oggi ad averne beneficiato è il Napoli, passato dall’inferno al paradiso in appena 12 mesi.
Cinque scudetti su sei stagioni in Italia, tre squadre diverse condotte al trionfo: mai nessuno ci era riuscito prima.
Il giorno della presentazione al Palazzo Reale, il 26 Giugno del 2024, Antonio Conte lo aveva preannunciato: la sua squadra sarebbe stata profondamente diversa dalle precedenti. Poco spazio all’estetica, si bada al sodo. Nella città della bellezza malinconica, un Manifesto di filosofia pragmatica riassunto nell’iconico: “Amma faticà !”. Ed in effetti il suo Napoli ha dovuto faticare fino all’ultimo nel duello tricolore con l’Inter, tra mille difficoltà , una sfida di nervi, sudore e applicazione, fino a tagliare il traguardo. Imperativo categorico, prima non prenderle. Ed in effetti il suo Napoli ha vinto lo Scudetto con la miglior difesa nei top 5 campionati europei. Certezze ricostruite in breve tempo, necessarie per riproporsi in alto.
E poi le scelte di mercato, volute, quasi imposte, vincenti. Alessandro Buongiorno, il muro strappato al Torino e piazzato al centro della difesa, Scott McTominay, corazziere scozzese dall’istinto killer, dodici volte a segno(mvp stagionale), e il suo pupillo Romelu Lukaku. Fu proprio Conte a portare il belga in Italia nel 2019, ed è stato Conte a volerlo di nuovo con sé nell’avventura partenopea. E Big Rom, seppur lontano dai fasti nerazzurri, lo ha ripagato al meglio che ha potuto, con il sacrificio, tanto, e dei gol, tutti pesantissimi. Queste le firme in calce sull’impresa del quarto titolo, l’impresa di una squadra capace di spingersi oltre i propri limiti, fatta a immagine e somiglianza del proprio straordinario allenatore.
Se l’essere stati brutti, sporchi e cattivi potrà non aver incontrato il gradimento di taluni, se l’aver giocato uno scudetto punto a punto senza brillare nella proposta di calcio, né vincerlo per “distacco” ,come due anni fa, può aver fatto storcere il naso, la vittoria finale ripaga di tutte le fatiche sopportate nel percorso. Il futuro? Se ne riparlerà a breve, le voci di un imminente addio si rincorrono da mesi, ma adesso è tempo di festeggiare. Adesso è, di nuovo, il tempo di Napoli.
Well done, Antonio Conte. Missione compiuta, ancora una volta.
