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L’addio a Sebastião Salgado: il grande fotografo che ha raccontato la bellezza del mondo

Venerdì 23 maggio 2025, si è spento a 81 anni nei pressi di Parigi, il grande maestro Sebastião Salgado, uno dei fotografi più grandi del nostro tempo. La causa della morte pare essere stata una complicazione legata ad una malattia tropicale contratta negli anni ’90.

È morto il fotografo brasiliano Sebastião Salgado

Oggi il mondo intero è in silenzio per la scomparsa di Sebastião Salgado, uno dei fotografi più importanti nel panorama contemporaneo. Nato nel 1944 ad Aimorés, nel Minas Gerais, in Brasile, Salgado comincia la sua carriera come economista. Negli anni ’70, mentre lavorava per l’Organizzazione Internazionale del Caffè, iniziò a scattare fotografie durante alcune missioni in Africa. Da qui nascerà una passione così grande che lo spinse a lasciare tutto fino a dedicarsi completamente alla fotografia.

Conosciuto per i suoi numerosi reportage, in particolare il per suo celebre bianco e nero, capace di donare un’intimità unica; Salgado, nel corso della sua carriera, ha esplorato diverse tematiche portandoci insieme a lui a scoprire vite, luoghi e la bellezza incontaminata della natura.

International center of photography
(ICN) with funds provided by Tony
Milbank, 1988

Tra i suoi lavori più noti: Workers, pubblicato nel 1993, per cui lavorò sei anni in ventisei paesi diversi; raccontando il lavoro nelle miniere, nei
cantieri navali, nelle piantagioni, e nelle fonderie
. Questo suo prodotto elogia i lavoratori, regalandoci un inno alla fatica e alla dignità di essi. Genesis, uno dei lavori a cui lavorò tra il 2004 e il 2013, che è un progetto monumentale nato dopo una profonda crisi personale del fotografo. Salgado decide qui di cercare la bellezza primordiale della Terra, viaggiando per otto anni tra l’Amazzonia, l’Antartide, i deserti africani, e le isole Galápagos. In questo progetto, ogni scatto diventa un portale verso mondi incontaminati della nostra meravigliosa natura, sensibilizzando il fruitore ad una particolare attenzione verso l’impatto ambientale.

Poi ancora, Amazônia, un progetto completato nel 2019 per cui lavorò sette anni dentro la foresta amazzonica, a stretto contatto con oltre dieci comunità indigene. In questo progetto possiamo ammirare maestose vedute aeree e ritratti intensi; un grido visivo contro la deforestazione.
Nel 1998, insieme alla moglie Lélia Wanick Salgado fondò l’istituto Terra, un’organizzazione dedicata alla riforestazione della regione del Rio Doce in Brasile. Progetto che ebbe molto a cuore e che oggi conta oltre 2,7 milioni di alberi piantati, trasformando una zona degradata in una riserva naturale.

I suoi lavori, sono spesso stati realizzati in condizioni estreme ma segnano delle testimonianze di potente impatto visivo regalandoci speranza verso le nuove generazioni. Celebrato anche nel documentario “Il sale della terra” del 2014, diretto da Wim Wenders e dal figlio Juliano Ribeiro
Salgado, in cui possiamo ammirare la sua grande devozione nei confronti del suo lavoro.

Salgado lascia un patrimonio fotografico immenso, la sua capacità di catturare la dignità umana anche nelle situazioni più difficili ha reso le sue immagini degli strumenti potenti di consapevolezza e cambiamento. Come ci ricorda anche il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula
da Silva, “Salgado è stato una delle più grandi coscienze critiche dell’umanità”.

International center of
photography (ICN) with
funds provided by Tony
Milbank, 1988
ICN
International center of
photography (ICN) gift to
the W. Eugene Smith
Legacy Collection

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