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Il caso “Djokovic”

Il caso “Djokovic”

Novak Djokovic, nato a Belgrado il 22 maggio 1987, è un tennista serbo, primo nella classifica ATP per le sue innumerevoli, nonché grandi, vittorie e grazie al suo efficace stile di gioco. Nole è abituato a stare sotto i riflettori, ma questa volta lo sport c’entra ben poco: al momento è messa in discussione la sua partecipazione all’Australian Open 2022, che avrà inizio giorno 17 gennaio, a causa di uno scandalo nato per una presunta violazione delle normative Covid-19 vigenti nel territorio australiano.

La causa scatenante

L’Australia, reduce da uno dei suoi più lunghi periodi di lockdown, ha predisposto che gli stranieri non in possesso della vaccinazione contro il Sars-Cov-2 non potranno ottenere il visto; dunque anche per la partecipazione ad uno dei tornei di tennis più ambiti al mondo sarà necessario avere tale certificazione. Solo 5 dei 100 migliori giocatori del seeding maschile non sono vaccinati e l’unico che è riuscito ad ottenere l’esenzione è stato proprio Djokovic che il 4 gennaio, prima di partire, ha manifestato la sua gioia pubblicando un post su Instagram, nel quale comunica a tutto il mondo l’esito favorevole. Scoppia lo scandalo, la notizia presto fa il giro del mondo: mentre il tennista è in aereo interviene il premier australiano Morrison: “Penso che chiunque entri in Australia debba rispettare le nostre regole di frontiera. Lo stesso vale per Djokovic. Se non è vaccinato fornisca prove accettabili che non può vaccinarsi per motivi medici. Altrimenti salirà sul prossimo aereo per tornare a casa.”; per questo motivo il 5 gennaio, appena l’aereo del campione serbo tocca terra, viene messo subito sotto interrogatorio dagli agenti di frontiera, il visto gli viene sospeso e per fare ulteriori accertamenti è obbligato a trattenersi al Park Hotel di Melbourne, una struttura utilizzata per ospitare i richiedenti asilo. L’equipe di avvocati di Novak si attiva subito e viene fissata l’udienza. Giorno 10 gennaio alle ore 10:00 ha inizio il processo dove a gran sorpresa il giudice Anthony Kelly prende la decisione di rilasciare il visto al tennista e quindi di rimetterlo in libertà stabilendo pure l’immediata consegna dei suoi beni personali precedentemente confiscati.

Una storia senza fine

La vicenda “Djokovic” sembrava essere giunta al termine, ma invece non è così perchè una nuova indagine si apre su Nole. La rivista settimanale tedesca “Der Spiegel” afferma che le date dei tamponi presentate da lui per l’esenzione sono errate: il campione ha mostrato l’esito del test positivo del 16 dicembre e l’esito di quello negativo del 22; però il tampone positivo, in realtà, risalirebbe al 26 perché ha un numero di identificazione più alto rispetto al tampone con esito negativo.

Il colpo di scena

Le autorità australiane competenti negli ultimi giorni stanno indagando su una presunta falsa dichiarazione presente nel modulo d’entrata nel paese perché alla domanda: “Hai viaggiato nei 14 giorni precedenti il volo per l’Australia?” Nole ha risposto “no” quando invece nelle settimane precedenti è stato avvistato in Spagna. Se dovesse essere confermata questa notizia ci sono buone possibilità che il visto gli venga cancellato e quindi addio al torneo.

La decisione finale

Oggi non è stata ancora presa una decisione definitiva, quest’ultima spetta al ministro dell’immigrazione australiano “Alex Hawke”, che grazie alla sezione 133 della legge ha il potere di ritirare nuovamente il visto andando contro la sentenza del giudice nel caso in cui Novak “rappresenti un rischio per la salute, la sicurezza o il buon ordine della comunità australiana” e questo comporterebbe l’espulsione dall’Australia per i prossimi 3 anni.

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