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Salute – Biocosmesi e tutela dell’ambiente, per un futuro più sostenibile

In crescita una nuova sensibilità nel settore dei cosmetici: avere cura della propria pelle nel rispetto dell’ambiente. Cos’è la eco-dermocompatibilità👇

Biocosmesi
📷www.gruppomacro.com – Biocosmesi. La nuova tendenza sul mercato dei cosmetici: cercare prodotti che non inquinano – www.voceliberaweb.it

Con un regolamento emanato nel 2009 (CE1223) l’Unione Europea ha normato i vari aspetti relativi alle pratiche di fabbricazione dei prodotti cosmetici. All’articolo 2 è destinata la definizione di questa tipologia di prodotti: “Qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei”. Con il termine “biocosmesi” si pone l’accento sul fatto che i cosmetici vengano prodotti con ingredienti che provengono da agricoltura o allevamento biologici.

Capire quale sia l’esatta composizione di un prodotto diviene sfida irrinunciabile per i consumatori più consapevoli. Come verificabile leggendone l’etichetta, ciascun prodotto può contenere da pochi a più di una dozzina di ingredienti. Pertanto, nella beauty routine quotidiana è facile venire a contatto con svariate sostanze chimiche che vengono in parte assorbite dalla pelle ed in parte rilasciate nell’ambiente. La ricerca di cosmetici eco-compatibili sta facendo registrare un trend in decisa crescita, una nuova sensibilità che si diffonde sul mercato.

La svolta ecologica. E’ possibile trovare la formulazione di un cosmetico che sia allo stesso tempo compatibile con la nostra pelle e dallo scarso impatto ambientale? La risposta è sì, Tutto dipende dalla scelta degli ingredienti. Assume così rilevanza il concetto di “Ecodermocompatibilità” ossia l’idea che il prodotto contenga materie prime di origine vegetale, biodegradabili e preferibilmente provenienti da colture biologiche, escludendo dunque dalle preparazioni i siliconi, le EDTA(molecole che trattengono i metalli pesanti), i petrolati(vaselina), oli minerali (paraffina)ed altre molecole dall’effetto inquinante. In generale l’ecodermocompatibilità dovrebbe rappresentare un valore aggiunto rispetto alla dicitura di “prodotto dermatologicamente testato” che si limita a valutarne l’impatto sulla pelle. All’interno di un’industria dal volume d’affari che in Italia supera i 10 miliardi di euro all’anno, non si può pensare però che le tendenze produttive vengano ribaltate in fretta, i cosmetici ecodermocompatibili restano ancora un prodotto per un mercato di nicchia. Cosa aiuta il consumatore a capire se il prodotto che si trova davanti risponde ai requisiti sopra detti? La presenza nell’etichetta di una certificazione rilasciata da enti indipendenti (ad es.Ecocert). In assenza di quest’ultima, il consiglio è quello di leggere l’elenco degli ingredienti (INCI) e valutarne la compatibilità nel bio-dizionario (ecobiocontrol.bio).

Sempre in tema di biocosmesi c’è però da valutare un altro aspetto: l’importanza di non confondere il concetto di eco-compatibilità di un cosmetico con la sua assoluta innocuità. Un esempio su tutti: l’olio essenziale di bergamotto. Pur trattandosi di un prodotto di derivazione naturale, se presente in cosmetici applicati su zone del corpo esposte al sole può provocare gravi eruzioni cutanee.

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