Mondo – Xi Jinping tuona: “La Cina è inarrestabile”
Da Piazza Tienanmen il discorso del presidente cinese sullo stato di salute della nazione. Messaggio forte all’occidente: “Pace o guerra, il mondo scelga.”

Migliaia di ufficiali in divisa, vessilli drappeggiati, carri armati, la bandiera rossa a cinque stelle solennemente issata al cielo di Pechino, l’iconica piazza Tienanmen a fare da sfondo. Per celebrare gli ottant’anni dalla resa del Giappone (che sancì la conclusione del secondo conflitto mondiale), la Cina ha mostrato i muscoli al resto del mondo, e lo ha fatto mettendo in piedi la più grande parata militare della propria storia.
Imponente il dispiegamento di forze, tra fanteria(oltre diecimila soldati), mezzi bellici e un arsenale tecnologico d’impatto(missili balistici, droni, caccia, laser). L’evento dello scorso 2 settembre ha rappresentato per la superpotenza asiatica l’occasione di mettere in risalto, e di farlo per la prima volta in modo orgogliosamente esclusivo, un “esercito di livello globale”, a metà strada tra deterrenza ed autocelebrazione patriottica.
In primo piano non poteva che esserci colui che dal 2012 guida il partito unico e , ininterrottamente, dal 2013 presiede l’intera nazione: Xi Jinping. Controllato, dal tono stentoreo, il settantenne leader cinese si è presentato agli occhi del paese(e di riflesso del mondo) con addosso la giacca grigia resa celebre da Mao. Scelta non banale: vi è allo stesso tempo un richiamo alle origini della rivoluzione e alla figura dell’indimenticato ‘Grande Comandante’.
Accanto a Xi, nel nutrito drappello di ospiti e capi di stato e di governo giunti a Pechino sono spiccati il presidente russo Vladimir Putin e il Leader Supremo nordcoreano Kim Jong-un. Caloroso il saluto con quest’ultimo, più confidenziale con Putin vista la frequentazione dei tre giorni precedenti. Resta il fatto inedito: non era mai accaduto che i tre si incontrassero tutti insieme.
Colpi di cannone aprono la cerimonia, segue l’orchestra militare. Poi a guadagnare il centro della scena è il Presidente cinese. Sullo stato di salute della Nazione, l’immagine di una Cina sempre legata alle tradizioni ma proiettata in avanti: “Il grande rinnovamento della Cina è un trend che non si può arrestare. Puntiamo al futuro, consapevoli di noi stessi.”
“Il popolo cinese è dalla parte giusta della storia e la Cina è una grande nazione che non si lascerà intimidire da nessun bullo”, questo il passaggio del discorso che in tanti hanno letto come un riferimento alle politiche USA. Più edulcorato, ma non manca l’aggancio allo scenario globale. Posato e con voce ferma, Xi Jinping ha rivolto un monito all’emisfero opposto, memore dei rischi sottesi nel rinfocolare le tensioni esistenti:
“Solo trattandosi reciprocamente come pari, vivendo in armonia e sostenendosi a vicenda, tutti i paesi possono mantenere la sicurezza comune, eliminare le cause profonde della guerra e impedire il ripetersi di tragedie storiche.”
“Il mondo si trova nuovamente di fronte ad un bivio: guerra o pace, che scelga.”

