Psicologia e Relazioni

Che vergogna…volevo sparire!

Da qualche settimana a questa parte, con alcune colleghe coinvolte nella realizzazione di questa rubrica, ci stiamo occupando di indagare alcune tra le più comuni emozioni.

Ed eccomi qui, oggi, a parlarvi di un’emozione molto comune e anche molto spiacevole poiché porta con sé tutta una serie di considerazioni, pensieri, atteggiamenti verso noi stessi, in grado di farci sentire inadeguati, fuori posto e sbagliati.

Sto parlando della VERGOGNA.

Ma di cosa si tratta? Da dove nasce questa emozione e come posso imparare a gestirla senza farmi travolgere? La vergogna è un’emozione complessa che nasce dal confronto tra la propria condotta e un modello socio-culturale di riferimento. Quando proviamo vergogna stiamo esprimendo una valutazione globale e negativa rivolta a noi stessi (per intenderci non valutiamo male una nostra azione, ma valutiamo male noi stessi). Si attiva quando percepiamo di aver trasgredito una regola condivisa dal nostro gruppo di riferimento, per tale ragione temiamo di poter essere giudicati male.

Come per tutte le emozioni anche per la vergogna ci sono tutta una serie di modificazioni corporee specifiche: testa reclinata, sguardo rivolto altrove, postura curva e piegata su se stessa, tendenza a coprirsi il volto e a proteggersi dallo sguardo dell’altro. In quei momenti possiamo avvertire il nostro volto diventare rosso, la sudorazione e la temperatura del corpo aumentano, il battito cardiaco rallenta.

Le situazioni che possono portarci a sperimentare vergogna possono essere tante e molto diverse tra loro, tuttavia per citarne alcune, possiamo provare vergogna quando facciamo qualcosa di inopportuno, per mancanza di competenze, quando attiriamo l’attenzione su di noi, quando pensiamo di aver fallito nei rapporti interpersonali.

L’aspetto più doloroso della vergogna è la vocina interna che comincia a valutarci e giudicarci, come se ci fosse dentro di noi un giudice interno che comincia a dirci: “sei stupido, sei incapace, non ne fai mai una giusta, gli altri rideranno di te, hai sbagliato”

Pensate all’ultima volta che vi siete ritrovati in questa situazione, come siete stati?

Di certo non bene. E dunque, cosa possiamo fare in queste circostanze?

L’idea che vorrei suggerirvi ha a che fare con un atteggiamento più gentile e aperto. Se un vostro amico o una vostra amica fosse in preda ad un momento di forte vergogna molto probabilmente stareste lì a far sentire al sicuro il mal capitato. Magari con frasi rassicuranti e magari sminuendo il comportamento o l’errore commesso. E se provassimo a fare la stessa cosa anche con noi stessi? Se provassimo ad avere un comportamento più morbido, meno giudicante, cosa accadrebbe alla nostra vergogna?

Possiamo provare ad avere un atteggiamento più accogliente?

Possiamo perdonarci per il comportamento assunto?

Possiamo impegnarci a fare meglio la prossima volta?

Di certo non sarà semplice, ma sono sicura che provandoci e riprovandoci riuscirai a diventare il migliore amico di te stesso.

E dunque cosa aspetti? Abbi fiducia in te, sii indulgente; sei la persona che sei e vai bene così (Emoziònati – Libro Esperienziale, Algra editore, 2021)

Giusy Morabito

Psicologa, Psicoterapeuta, Presidente Mindful Sicilia

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