Psicologia e Relazioni

Allenarsi alla gioia e il mito della felicità

Una falsa credenza condiziona la nostra possibilità di essere felici: il fatto che le
emozioni negative non dovrebbero esistere!
Desideriamo non essere mai arrabbiati, mai tristi, mai in ansia, mai spaventati, mai
invidiosi…
Sono proprio i nostri sforzi per trovare la felicità ad impedirci di ottenerla: il
benessere e l’equilibrio psicologico non sono basati sull’assenza di dolore e
sofferenza ma alla consapevolezza e accoglienza dei nostri punti critici, delle nostre
vulnerabilità.
Chi ci ha seguito leggendo gli articoli dedicati alle emozioni pubblicati in precedenza
ha compreso che non è possibile eliminare le emozioni e che ognuna di esse, anche
quella più sgradevole, ha una funzione importante per la nostra sopravvivenza come
genere umano. Infatti, la gioia non ha la precedenza tra le emozioni verso le quali il
nostro cervello é più predisposto: per l’evoluzione é più importante essere al sicuro e
lontano dai pericoli.
L’arte della felicità è l’arte di accogliere tutte le emozioni, di essere consapevoli di
quello che proviamo per poterlo successivamente trasformare.
“La gioia tiene conto del nostro dolore, non è una allegria che lo cancella” afferma
Chandra Candiani.
Proviamo a fare chiarezza su cosa sia la felicità e cosa sia la gioia, termini che spesso
vengono usati come sinonimi creando confusione sulle nostre aspettative e sulla
nostra capacità di raggiungere questo stato di grazia così desiderato.
La felicità è generalmente finalizzata al raggiungimento di un obiettivo o di uno
status o al successo o eccellenza in qualcosa, ed è spesso collegata ai modelli che la
società ci impone, al confronto con gli altri, alle aspettative nostre o di altri su di noi.
Quando non siamo in grado di raggiungere la felicità attribuiamo la responsabilità del
nostro fallimento ad altri e al mondo esterno: denaro, aspetto fisico, lavoro, età, a
tutto ciò che non é sotto il nostro controllo, circostanze esterne sulle quali non
possiamo intervenire. Con questo atteggiamento evitiamo di assumerci la
responsabilità di potere essere felici.
La felicità è collegata al futuro: se il passato è stato doloroso e il presente non ci piace
ci illudiamo o coltiviamo la speranza che nel futuro andrà tutto bene e che solo il
futuro potrà portare rimedio.
La vera gioia invece può essere contattata soltanto quando spostiamo il nostro centro
di osservazione dall’esterno all’interno: donando gioia a noi stessi e ascoltando i
nostri veri bisogni.
Un’allegria finta che sente il bisogno di essere mostrata é molto diversa dalla gioia
che é una emozione molto intima. La gioia é in un attimo, é legata alla semplicità
della vita, alla capacità di meravigliarsi per le piccole cose.
La gioia é nel presente, nella possibilità di incontrare l’esperienza momento per
momento. È possibile contattare la gioia anche mentre sperimentiamo le emozioni più
difficili, quando siamo connessi a questo preciso istante riconoscendo gli elementi
piacevoli della nostra esperienza con il mondo.

E allora attraverso i sensi ci alleniamo a contattare i nostri personali momenti di
gioia: guardare un cielo azzurro, un fiore, il sorriso in un viso a noi caro, ascoltare il
suono dell’acqua, di una risata, una musica gradita, un profumo piacevole…
Attraverso la pratica possiamo imparare a contattare la gioia, ad accorgerci delle cose
e dei motivi per i quali gioire e ampliare le situazioni di gioia che possiamo
sperimentare.

Perché la gioia possa essere mantenuta dobbiamo allenarci a coltivarla e alimentarla,
per questo è importante spostare il punto di osservazione verso di noi invece di
credere che arriverà da sola, un giorno.

Coltivare la gioia ed essere felici non significa coltivare a tutti i costi il pensiero
positivo (andrà tutto bene), distrarsi e non pensare alle emozioni spiacevoli ma
contattare attraverso l’esperienza le piccole cose che ci danno gioia, piacere e quel
senso di leggerezza che ci fa stare bene.

Di recente va di moda un nuovo hashtag per indicare questi piccoli e fugaci momenti:

glimmers.

Prova a cercare durante la giornata i tuoi piccoli glimmers per cui sei
grato alla vita e compila ogni sera un breve diario della gratitudine scrivendo almeno
3 cose per cui essere grato.

Vedrai che sarà sempre più facile trovare i tuoi piccoli
momenti di gioia quotidiana, la tua giornata sarà sempre più ricca e il tuo umore
migliore.

Letizia Ferrante

psicologa psicoterapeuta Mindful Sicilia

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