Più diversi che uguali
Gandhi descrive l’inferno come una tavola imbandita ricca di pietanze e manicaretti in cui però i commensali, magri e smunti, hanno delle posate dal manico lunghissimo che non riescono a portare alla bocca. Di contro, egli descrive il paradiso nello stesso modo, ma i commensali, sazi e giocondi, anziché cercare di mangiare con queste posate inutili per se stessi, si imboccano a vicenda facendo in modo che nessuno soffra la fame.
In questo modo percepisco come avviene la formazione nel mio Istituto, ovvero la Lucia Mangano di Catania, in cui riesco a dare e a ricevere, in cui riesco a percepire la realtà sotto un altro punto di vista, verso un vero e proprio percorso di crescita personale.
L’istituto si basa principalmente sulla libertà di espressione, sul creare strumenti per fronteggiare le problematiche, che siano individuali o collettive, per ogni indirizzo scelto.
La scuola nasce nel 1960 e promuove un percorso propedeutico per la formazione professionale e assistenziale delle ragazze e dei ragazzi di Catania e provincia. La storia continua e nel corso degli anni si moltiplicano gli indirizzi di studio, al fine di fornire sempre più possibilità e occasioni per gli studenti.
Basandomi sulle mie esperienze personali, arrivata da solo un anno, posso dire di essere riuscita a migliorarmi e di aver chiarito le mie idee per quanto riguarda il mio futuro. I professori sono il supporto principale per questa scuola e per tutti noi, sempre disponibili ed aperti al dialogo con gli studenti.
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Nello specifico, l’indirizzo da me scelto, quello di operatore socio sanitario (OSS), apre alle prospettive di sostegno, di assistenza psicologica e fisica e di inclusività, in una società che per moltissimi decenni non è stata attenta ai bisogni di ogni persona definita diversa, spesso relegata dai pregiudizi sociali all’interno di gabbie preconfezionate. In questo modo, io e tutti i miei compagni riusciamo a distruggere stereotipi e a costruire legami inclusivi. Diversi gli aspetti studiati con materie specifiche, ad esempio: Metodologie Operative, Igiene, Psicologia. Quest’ultima mi permette di attraversare in modo trasversale i problemi della persona e della realtà che la circonda. Elemento portante di questa disciplina è “l’empatia” e chi, più di un operatore socio-sanitario, riesce a mettersi nei panni dell’altra persona?
Uno degli argomenti che si può inizialmente studiare in psicologia è il comportamentismo, estremamente utile per la formazione dell’OSS in quanto ci insegna l’utilizzo dei rinforzi. In particolare, questo argomento studia gli stimoli e le risposte comportamentali e come si può indirizzare il comportamento umano verso giuste mete. L’ultimo tema affrontato dalla mia classe è proprio “l’apprendimento” con particolare riferimento all’apprendimento sociale, quello che si nutre delle relazioni sociali fra individui, relazioni che influenzano la vita di ognuno, modellandone persino i suoi stessi comportamenti. È necessario comunque sapere, prima di intraprendere questo percorso di studi, che l’OSS andrà a operare con persone aventi diversi disagi di natura sociale o sanitaria (tossicodipendenti, disabili, vittime di violenza) e persino con minori in difficoltà. L’OSS, grazie a questa formazione, può operare sia in strutture pubbliche che private, dando la possibilità di mettersi in gioco in diversi contesti.
Finito il percorso di studi quinquennale, si è già abilitati alla professione sanitaria, oppure è possibile continuare gli studi universitari per specializzarsi nei rami del sociale, come, ad esempio, la professione dello psicologo, dell’assistente sociale e dell’infermiere.
Credo che questi studi e il ruolo che permettono di ricoprire siano i capisaldi di una società democratica e libera, in cui tutte e tutti hanno la possibilità di non essere semplicemente uguali, ma essere uguali nelle nostre diversità.