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Salernitana: da 7% a 100%

Nella stagione 2020-2021, la Salernitana allenata da Fabrizio Castori concluse il campionato di Serie B in seconda posizione, dietro alla capolista Empoli, sancendo il suo ritorno nel massimo campionato calcistico italiano dopo ben 22 anni.

I primi problemi, però, iniziarono già ad emergere ancor prima dell’inizio della stagione 2021-2022. Vi era, infatti, un problema riguardante la dirigenza della squadra campana: il co-patron Claudio Lotito, infatti, era anche il presidente della Lazio, altra società che avrebbe partecipato al campionato di Serie A, questo non era possibile ai sensi dell’articolo “16 bis” delle NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC, acronimo di Federazione Italiana Giuoco Calcio), che vieta ad un individuo d’esser co-proprietario di due squadre militanti nella stessa categoria. La Salernitana, dunque, doveva essere ceduta ad una nuova proprietà entro il 31 dicembre 2021. La squadra iniziò la stagione sotto la gestione di un trust, o fondo fiduciario, in attesa di una nuova dirigenza.

La Salernitana debuttò in campionato allo stadio “Renato Dall’Ara” di Bologna, perdendo 3-2 ma con una buona (ed inattesa) prestazione che fece illudere i tifosi. Nella partita successiva, difatti, gli “ippocampi” persero 4-0 all’Arechi di Salerno contro la più corazzata Roma, e lo stesso fu per la seguente partita contro il Torino. I risultati così negativi costarono la panchina al tecnico Castori che venne esonerato dopo la sconfitta per 2-1 contro lo Spezia in Liguria. Al suo posto venne nominato allenatore Stefano Colantuono, che aveva già allenato la formazione campana tre anni prima.

Le cose, però, non migliorarono e la squadra concluse il girone d’andata all’ultimo posto con 8 punti (anche se, in realtà, rimaneva ancora l’ultima partita dell’andata da disputare contro l’Udinese che fu rinviata per i molti casi di Covid-19 nei campani), ed una percentuale di salvezza pari ad un misero 7%.

Da quel momento in poi le cose cominciarono a cambiare: la squadra venne ceduta all’imprenditore Danilo Iervolino, che formalizzò la sua offerta alle ore 23.58 del 31 dicembre, due minuti prima della scadenza. Egli, così, divenne il nuovo presidente della Salernitana ed ingaggiò Walter Sabatini nel ruolo di direttore sportivo, ruolo che aveva già ricoperto in molte squadre (tra cui Inter, Lazio e Roma).

Sabatini acquistò ben dieci calciatori durante la sessione invernale di calciomercato, rivoluzionando la squadra. Inoltre, dopo la venticinquesima giornata, Colantuono venne esonerato e il suo posto venne preso da Davide Nicola, allenatore conosciuto soprattutto per la salvezza miracolosa ottenuta con il Crotone nel 2017. Da lì in poi, la squadra iniziò ad ingranare mettendo in cascina una serie di risultati positivi che portarono la squadra fuori dalla zona retrocessione prima dell’ultima giornata di campionato.

Sembrava ormai fatta, ma nell’ultima partita la Salernitana, davanti ai suoi tifosi, perse 4-0 contro l’Udinese che ammutolì lo stadio Arechi. Lo stesso stadio, tuttavia, esplose di gioia al termine della partita, poiché il Cagliari, con il quale la Salernitana si stava giocando la salvezza, non riuscì a sconfiggere un Venezia ultimo e già retrocesso.

I campani, così, riuscirono a mantenere la categoria arrivando in 17° posizione con 31 punti, un solo punto sopra al Cagliari retrocesso. L’impresa della Salernitana, con protagonisti Iervolino, Sabatini, Nicola ed il calciatore Federico Bonazzoli che fu il miglior marcatore della squadra con 12 gol (10 in Serie A e 2 in Coppa Italia), rimarrà per sempre nella mente di tutti gli appassionati di calcio ed una salvezza quotata al 7% diventò una salvezza al 100%.    

Un pensiero su “Salernitana: da 7% a 100%

  • Articolo interessante che va ad evidenziare quello che puo’ fare una squadra credendoci fino alla fine ma soprattutto grazie alla società e allo staff tecnico . Una salvezza meritata col sudore e la grinta, per una squadra ,che con i suoi tifosi , meritava sia un presidente ambizioso come Iervolino che una salvezza raggiunta.

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