Società

Gli indoor: la generazione del futuro

We used to live among the animals
And wake up to the early morning bird that calls
But now we’re locked inside, these concrete blocks.

Pj Myers, Indoor Generation

I bambini non giocano più all’aperto.

Sembra una delle solite prediche che gli anziani sono soliti avanzare nei confronti della nostra generazione, eppure questa osservazione non potrebbe essere più vera.

Le statistiche parlano chiaro: trascorriamo, in media, il 90% della nostra giornata in spazi chiusi. 22 ore, quindi, per un totale di circa 334 giorni all’anno.

Un dato allarmante, soprattutto se aggiunto a quello del tempo che spendiamo collegati ai vari dispositivi: il 35,57%.

Il cellulare è ormai diventato un’appendice del nostro corpo, uno strumento a cui siamo intrinsecamente legati e di cui non potremmo mai fare a meno.

La nostra stessa vita si svolge dentro e attraverso di esso. Lavoriamo con il telefono, acquistiamo ogni articolo di sorta con il telefono, gestiamo le nostre relazioni con il telefono. Frequentiamo lezioni, muoviamo capitali, facciamo visite mediche… e molto altro ancora.

Tutto senza dover uscire di casa, ed evitando spostamenti e le complicazioni legate all’ambiente esterno.

Che sia fattore scatenante o semplice elemento che va a contribuirvi, non possiamo negare che la tecnologia abbia giocato un ruolo significativo nel determinare il fenomeno della generazione indoor.

Con l’intensificazione della vita nervosa, inoltre, sovraeccitati e continuamente sommersi dagli stimoli sensoriali del mondo fuori dalle nostre case, segregarsi fra quattro pareti sembra essere l’unica via di fuga. 

Parliamo della “batteria sociale” e non a caso. Occorre ricaricare le “pile” per potersi destreggiare nel dinamico flusso di sollecitazioni che rappresenta la nostra realtà.

In quali rischi incorre la generazione indoor?

Nessun posto è come casa… Peccato che l’aria nelle nostre abitazioni sia cinque volte più inquinata di quella esterna. 

L’inquinamento atmosferico gioca un ruolo significativo nel contaminare anche gli interni. Sostanze tossiche come smog, polveri sottili e altre particelle dannose, possono infiltrare attraverso finestre, porte e sistemi di ventilazione, contribuendo così all’aggravamento della qualità dell’aria. 

Detersivi, ammorbidenti, vernici, tessuti, materiali plastici di varia natura: possono tutti rilasciare sostanze chimiche nocive. Così come attività quotidiane apparentemente innocue come cucinare o usare candele.

La ricerca ha dimostrato che vivere in condizioni del genere aumenta significativamente il rischio di sviluppare patologie respiratorie e predisporre a una serie di altre problematiche. Mancanza di vitamina D ad inficiare sul sistema immunitario, disturbi del sonno e dell’umore, prestanze cognitive ridotte e forme di depressione.

Quella della generazione indoor non è una casistica da sottovalutare.

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