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In Alabama la prima esecuzione con l’azoto

“Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio”. Così Cesare Beccaria nella suo opera “Dei Delitti e delle Pene” parla a proposito della pena di morte, ritenuta al tempo stesso anche la massima rappresentazione della disumanizzazione del cittadino che passa da essere individuo a divenire oggetto.

Victor Hugo, attraverso un’amplia riflessione sulla società e sullo Stato, sottolinea la netta distanza fra vendicare e punire, riscontrando nella ricerca che fa l’uomo della giustizia terrena un sentimento di vendetta che spesso si distacca dalla giusta punizione. Quest’ultima, facente capo alla massima autorità- che nel pensiero dello scrittore francese apparterebbe soltanto a Dio- viene storpiata dalla natura dell’uomo stesso propenso, come anche sottolineato da Dostoevskij, al dolore e alla sofferenza. Sempre Victor Hugo afferma come una società in cui sia presente la pena di morte sia una società dominata dalla barbaria, in cui la civiltà è assente. E se negli scorsi giorni in Alabama viene eseguita la prima pena di morte con l’azoto, la riflessione circa la nostra società è allora d’obbligo.

La condanna di Smith

Si tratta della prima volta in assoluto in cui si ricorre all’azoto per una condanna a morte, un metodo questo ritenuto crudele e vietato anche nei confronti degli animali. Kenneth Eugene Smith è stato così giustiziato nel penitenziario di Holman ad Atmore, in Alabama. Il 59enne era stato condannato per omicidio e già in passato era sfuggito alla cd. “iniezione letale”. L’esecuzione era stata spostata di qualche ora per attendere l’esito dell’ultimo appello del condannato innanzi alla Corte Suprema. La decisione di procede all’esecuzione facendo ricorso all’azoto aveva visto tre giudici di orientamento progressista della Corte esprimersi in favore del ricorso di Smith, poi bocciato però dagli altri sei giudici. Fin da subito l’Onu ha condannato questa scelta definendola “una tortura”.

L’esecuzione con l’azoto

L’esecuzione con questo particolare metodo prevede l’inalazione di azoto puro, con la conseguenza del raggiungimento di uno stato di ipossia, cioè carenza di ossigeno. Il gas di azoto viene quindi somministrato per almeno 15-20 minuti e la progressiva assenza di ossigeno determinerà prima la perdita di coscienza per arrivare poi al collasso degli organi. Secondo quanto dichiarato dalle autorità del penitenziario Smith avrebbe perso coscienza in pochi secondi mentre secondo il parere di alcuni dei presenti sarebbero passati diversi minuti in cui il condannato, legato alla barella, avrebbe palesato, contorcendosi, segni di profonda sofferenza.

Kenneth Eugene Smith, condannato a morte per il suo ruolo nell’omicidio della moglie di un predicatore su commissione nel 1988, viene dichiarato morto alle 20:25, dopo un’esecuzione di 25 minuti. Secondo i presenti, dopo aver consumato il suo ultimo pasto, Smith avrebbe rilasciato una lunga dichiarazione dicendo: “Stasera l’Alabama ha fatto sì che l’umanità facesse un passo indietro. Me ne vado con amore, pace e luce, grazie per avermi supportato, vi amo tutti”.

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