Ambiente

Il cibo del futuro

Il cibo del futuro dovrà rispondere a due requisiti essenziali: alto valore nutritivo e basso impatto ambientale per la sua produzione. Proprio in virtù di questo, si è pensato agli insetti come alimento che in proiezione futura potrebbe comparire facilmente sulle nostre tavole. Cerchiamo di capire i motivi.

Il cibo del futuro
Fonte immagine: Lonely planet

La nota attrice Nicole Kidman ad inizio anno si è fatta riprendere nell’atto di consumare insetti, nell’ambito di una campagna ecologista per la salvaguardia del pianeta. E’ bastato questo per scatenare una polemica che si è accesa in modo particolare in Italia. La campagna in questione riguarda la necessità di reperire grandi quantità di cibo valido nei prossimi decenni, a fronte di un consistente incremento demografico. Si stima infatti che entro il 2030 la terra ospiterà oltre otto miliardi e mezzo di persone, e nel 2050 si toccheranno i dieci miliardi.

Perchè scegliere proprio gli insetti come cibo del futuro? Premettendo che molte popolazioni del Sud-Est asiatico si nutrono da tempo di cavallette e similari e che anche in alcuni paesi europei esistono già ristoranti che servono queste pietanze, la scelta ricade sull’entomofagìa per l’alto valore nutrizionale del suo cibo e per la facilità di controllarne lo stato di conservazione. La necessità di ricorrere a cibi alternativi è davvero legata alla questione del mantenimento del nostro ecosistema. E’ impossibile pensare che le odierne abitudini alimentari possano rimanere tali anche quando la popolazione mondiale arriverà a contare un numero così grande di persone, poiché la nostra alimentazione si basa su prodotti che richiedono un certo dispendio di risorse.

Si può citare come esempio quello della filiera produttiva della carne. Gli allevamenti intensivi causano problematiche ambientali in quanto necessitano di grandi quantità di acqua, terreni da coltivare a base cereale ed emettono agenti inquinanti. Dovremo pertanto rassegnarci a questo nuovo tipo di pietanze? La limitatezza di risorse in un ambiente chiuso come la Terra suggerisce che la risposta è affermativa.

Fonte copertina: https://winenews.it/it/

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