ArteCulturaNotizie

Elliott Erwitt in Sicilia: prima grande rassegna al Palazzo Reale di Palermo

Dal 29 maggio al 30 novembre 2025, la Fondazione Federico II accoglierà una mostra dedicata a uno dei grandi maestri della fotografia del Novecento, presentando oltre 190 opere che esplorano temi di ironia, umanità e storia.

Elliott Erwitt
📷fotocult – Parigi, Francia, tratto da “Elliott Erwitt’s Paris, umbrella jump”(1989) – voceliberaweb

Degli scatti che raccontano un secolo

L’esposizione presenta 190 fotografie, di cui 110 sono esposte fisicamente e oltre 80 vengono proiettate in alta definizione. Le immagini, incorniciate con passepartout e cornici da museo, includono più di 40 opere di grande formato (100×150 cm), e offrono uno sguardo approfondito sulla carriera di Elliott Erwitt, famoso per la sua abilità nel catturare l’ironia e l’assurdità della condizione umana.

Il tributo postumo ad un grande narratore visivo

Scomparso nel 2023, all’età di 95 anni, Erwitt ha lasciato un’eredità fotografica incredibile. Nato a Parigi nel 1928 da genitori russi di origine ebraica, si trasferì negli Stati Uniti, per farsi strada nel mondo della fotografia. Nel 1953, entrò a far parte dell’agenzia Magnum Photos, dove lavorò a stretto contatto con leggende come Robert Capa e Henri Cartier-Bresson. Le sue immagini, spesso in bianco e nero, catturano momenti di vita quotidiana, arricchendoli con un tocco di sarcasmo e una profonda sensibilità.

Uno sguardo ironico sul mondo

Lo stile di Elliott Erwitt è facilmente riconoscibile per la sua straordinaria capacità di unire eleganza compositiva e un sottile senso dell’umorismo. Il suo sguardo non è mai cinico, ma profondamente umano: le sue fotografie raccontano una leggerezza che inganna, spesso contornata di ironia, giochi visivi e piccoli paradossi. Celebre per le sue immagini di cani, che sembrano quasi caricature dei loro padroni, o per aver catturato momenti rubati dal mondo della politica e dello spettacolo, da Nixon a Marilyn Monroe, Erwitt ha sempre preferito rivelare il lato più autentico e vulnerabile dei suoi soggetti. Per lui, la macchina fotografica non era solo uno mezzo di denuncia, ma uno strumento per osservare il mondo e connettersi con esso.

Un progetto sociale

In occasione della mostra, la Fondazione Federico II ha inaugurato un progetto di inclusione sociale, assumendo quattro persone con disabilità per lavorare nel Complesso Monumentale di Palazzo Reale durante il periodo estivo. Questa iniziativa mette in evidenza l’impegno della Fondazione nel rendere la cultura accessibile a tutti i cittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *