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Ellen Andrée, non sola la donna de “L’Assenzio” di Degas

Lo sguardo assente e perso nel vuoto, l’espressione triste e malinconica. Si presenta così la donna che nell’opera “L’assenzio” diventa al tempo stesso soggetto centrale del dipinto e simbolo di una fascia del ceto parigino dell’epoca. Attraverso la sua pittura Edgar Degas ci rende partecipi della dimensione in cui una parte del popolo francese vive durante la seconda metà del ‘800, arrivando proprio con questo stesso dipinto ad ispirare anche il celebre scrittore Emile Zola per la realizzazione del romanzo “L’Assommoir” (L’Ammazzatoio), il settimo volume del ciclo “I Rougon-Macquart” che l’intellettuale parigino scrisse tra il 1870 e il 1893.

“L’Assenzio” di Degas

L’opera di Degas, conosciuta anche come “I bevitori di assenzio”, ritrae in primo piano una donna con accanto un uomo. Entrambi i personaggi incarnano lo spirito bohème che in quegli anni si diffonde sempre più negli ambienti francesi. Attraverso questa lettura si comprendono allora i vestiti sgualciti che essi indossano, l’aria spenta e quasi sofferente e l’alcool che i riempie i loro bicchieri, caratteristiche tipiche di questo movimento culturale e sociale che vedeva il suo fulcro in uno stile di vita lontano dai dettami convenzionali. Nel ritratto del pittore impressionista la donna ritratta sarebbe una prostituta che, in compagna di un vagabondo, siede ad un tavolo di uno dei locali più frequentati dagli artisti della corrente di Degas, il “Caffè La Nouvelle Athénes”. Anche se la location corrisponde realmente ad uno degli ambienti impressionisti più in voga del tempo, i personaggi ritratti altro non sono che attori. Se l’uomo in questione era un altro pittore, amico dell’artista prestatosi al pennello di Degas per l’occasione, la donna invece svolgeva effettivamente l’attività di attrice. Il suo nome era Ellen Andrée.

Le frequentazioni al Caffe La Nouvelle Athénes

Assidua frequentatrice proprio del “Caffè La Nouvelle Athénes”, entra qui in contatto con diversi dei più illustri esponenti della corrente artistica dell’impressionismo come Manet, Renoir e lo stesso Degas. Col tempo Ellen si fa strada anche nel mondo del teatro, arrivando a comparire in molteplici opere di diversi intellettuali dell’epoca. La sua frequentazione delle caffetterie e dei luoghi dove in genere di riunivano gli artisti del tempo era ritenuta una condotta assai pregiudizievole, considerato che quegli stessi ambienti ospitavano raramente donne, senza contare che quando ciò avveniva si trattava quasi sempre di prostitute o di donne dalla classe operaia. Tuttavia fu anche grazie a queste frequentazioni che Ellen incontrerà Henri Gervex, artista che gli permetterà poi di conoscere Henri Dumont, l’uomo che nel 1887 sposerà.

“La colazione dei canottieri”, Renoir

Gli scandali e la sua carriera teatrale

Prima di arrivare a calcare i palcoscenici dei teatri parigini Ellen posò per diverse opere di svariati artisti. Oltre al dipinto “L’Assenzio” il suo volto compare infatti, per esempio, anche nel famoso dipinto di Renoir “La colazione dei canottieri“. Tuttavia la sua carriera da attrice verrà arrestata e compromessa per lungo tempo proprio da due “apparizioni” in altrettanti dipinti: lo stesso “Assenzio” di Degas e la “Rolla” del già citato Gervex. In entrambi le occasioni Ellen rappresentava una prostituta, arrivando nella seconda opera a posare completamente nuda. La fama del dipinto di Degas, insieme allo scandalo suscitato da quella di Gervex, addirittura escluso dal Salon del 1878, portarono a screditare l’immagine della giovane attrice. Ellen si ritrovò presto investita da feroci critiche che, oltre a rappresentare un ostacolo per la propria carriera, la portarono addirittura a scagliarsi contro lo stesso Degas, al quale chiese anche un risarcimento. In seguito fu proprio lo stesso pittore impressionista a spiegare come la figura femminile che aveva ritratto in quell’opera era solamente quella di un’attrice che vestiva i panni di una prostituta. Ciò aiutò Ellen a riconquistare una più piacevole considerazione che, insieme anche alla conoscenza dell’artista Pierre-Jules Bouquin de La Souche, la vide tornare a calcare i palcoscenici dei teatri francesi.

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