Generale

Dottoressa quasi strangolata dall’accompagnatore di un paziente.

Ennesimo caso di violenza sulle donne.

Per la 28enne udinese, specializzanda in Chirurgia, è la terza aggressione;

 “Per un istante ho pensato di morire”.

È stata la sua collega, Giada Aveni, anche lei specializzanda, a salvarla. 

I Carabinieri arrivati alla terza chiamata. “Chiediamo maggiori tutele per i medici”.

La specializzanda si chiama Adelaide Andriani e la prima volta che ha avuto un episodio analogo è stata al  carcere di Udine, dov’era stata chiamata sempre come medico di continuità assistenziale. 

«Faccio appello a che questo post si diffonda – scrive sui social – perché non posso pensare che un’altra persona ancora, dopo la mia collega, rischi di essere strangolata dall’accompagnatore di un paziente o da chicchessia. Non deve esistere che una persona, un medico venga ingiuriato e minacciato fisicamente e verbalmente come è successo alla sottoscritta!»

Aveni

Le parole arrivano a Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che ha  detto:

Immagini del collo dopo l'aggressione.
Fonte: Instagram

 «Gli episodi di aggressione ai medici stanno aumentando in maniera esponenziale». 

Gli episodi violenti nei confronti dei professionisti della sanità che si verificano ogni anno in Italia, secondo un recente rapporto dell’Inail, sarebbero almeno 2500. Ma gli insider ritengono che il dato sia addirittura sottostimato.

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha comunicato  di provvedimenti in arrivo: 

«Da subito ho chiesto di efficientare le attività di monitoraggio e prevenzione in capo all’Osservatorio nazionale, previsto dalla legge 113/2020 per la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, così come intendo rendere nuovamente operativo il Comitato nazionale per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive, fermo dal luglio scorso». E ancora: «Il Piano nazionale della Prevenzione, inoltre prevede una specifica azione centrale proprio in tema di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, con l’obiettivo di promuovere e ampliare le tutele in maniera integrata, approccio che rappresenta un punto chiave all’interno dei progetti finanziati nell’ambito del Piano nazionale complementare al Pnrr».

L’urgenza con cui si rende necessario un intervento viene espressa chiaramente nelle ultime del post virale di Aveni: «Chiediamo più tutela nello svolgimento del nostro lavoro! Finchè non ti succede, non ti rendi conto che una volta è andata bene ma non è detto che sia così anche la prossima…».

Post Instagram della collega Giada Aveni.
Fonte: Instagram

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