Carceri Italiane e Come Sono Realmente – Gran Galà 2024
Il 10 aprile a Caltagirone si è tenuto il 3° convegno del Gran Galà 2024, dove il tema principale sono state le carceri Italiane.
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Di solito quando si pensa alle prigioni vengono in mente le immagini di un luogo monotono senza niente di particolare, dove i carcerati se la sono cercata e dovranno scontare in una stanza non troppo illuminata e fredda la loro pena… Ma non è così!
Anche ai carcerati vengono garantite le basi, come il riscaldamento, buon cibo e una valida istruzione, perché le carceri italiane non sono una semplice punizione, ma bensì un luogo di rieducazione dove i criminali hanno la possibilità di reintegrarsi nella società.
I carcerati non sono dei mostri, ma persone che hanno bisogno di aiuto, le prigioni infatti mettono a loro disposizione dei professionisti specializzati come educatori, psicologi, psichiatri, assistenti sociali e medici che ce la mettono tutta per affrontare le difficoltà di ogni carcerato e rendere possibile la redenzione di esso.
I dati reali
Ma… viene realmente fornito tutto questo? Nei vari video report fatti all’interno delle prigioni e mostrati durante il convegno sembrerebbe essere di si, i carcerati vengono seguiti ed aiutati, molti di loro che nei primi giorni si sentivano persi e nel fallimento più totale raccontano che durante il percorso rieducativo hanno realizzato la gravità delle proprie gesta, e che grazie all’opportunità di reintegrarsi non dovranno più fare quello che facevano prima.
Dati alla mano… In Italia ci stanno all’incirca 60.000 carcerati e se contiamo pure le famiglie, gli amici, avvocati e chi ci lavora arriviamo tranquillamente a 200.000 persone che hanno a che fare con le carceri ogni giorno (1 italiano su 60).
Quindi anche se pensiamo che è una questione lontana da noi, e che difficilmente ne avremo a che fare, è importante dargli la giusta importanza, perché la redenzione è uno dei diritti tutelati dalla nostra costituzione (articolo 27).
Se ci sono 3 persone, un bagno alla turca, non c’è n’è una luce per leggere, n’è una sedia per sedersi e bisogna stare 24 ore su 24 in cella si rischia di far peggiorare la persona per via delle condizioni inaccettabili, questo è fallimento, non c’è stata la rieducazione.
Professore Avvocato Patrizio Gonnella
Fonte immagine in evidenza – VITA.it