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L’ameba mangia cervello é ritornata

L’ameba mangia cervello é ritornata.

Ha ucciso un uomo residente in Florida, negli Stati Uniti. 

I funzionari dell’agenzia sanitaria di Charlotte hanno fatto sapere che è responsabile dell’infezione letale il  lavaggio nasale, con acqua di rubinetto, fatto dalla vittima.

L’acqua era contaminata dal microrganismo Naegleria fowleri.

Il Naegleria fowleri è un microrganismo che colpisce raramente, ma é mortale.

Naegleria fowleriEl Confidencial

Ogni anno, secondo il Center for Disease Control and Prevention (Cdc) ,  si registrano dai zero ai cinque casi di infezioni nel Paese. 

Ad ogni modo, Il tasso di mortalità del microrganismo è superiore al 97%:

solo 4 su 154 infettati tra il 1962 e il 2021 sono sopravvissuti negli Stati Uniti. 

«In pratica, per contrarre questa malattia bisogna spingere con forza l’acqua attraverso il naso, è un modo molto strano di contrarla  È comune nell’acqua dolce, in particolare in quella stagnante che si riscalda al sole». ha dichiarato il portavoce del Dipartimento della Salute della Florida, Jae Williams.

Il Naegleria fowleri è stato soprannominato “ameba mangia cervello” per le sue capacità di poter risalire le fibre del nervo olfattivo fino ad arrivare all’encelfalo.

Una volta arrivato, dove inizia a riprodursi rapidamente, nutrendosi del tessuto nervoso cerebrale. 

L’infezione può inizialmente causare sintomi come edemi cerebrali, febbre, nausea, vomito, ma in fase avanzata possono manifestarsi anche torcicollo, disturbi di attenzione, convulsioni, allucinazioni e addirittura coma. 

La malattia è così rapida che se non viene diagnosticata e curata velocemente porta alla morte in meno di una settimana.

Il batterio risulta vulnerabile al farmaco antimicotico amfotericina B, che è stato utilizzato in quasi tutti i casi in cui si è riusciti a sconfiggere l’infezione. 

Sfortunatamente non sempre il farmaco ottiene l’effetto sperato e quindi gli esperti sono alla ricerca di nuovi farmaci, nella speranza di individuarne alcuni non solo più efficaci, ma anche associati a minori effetti collaterali.

Per fortuna, in Italia è stato registrato ad oggi solo un caso di morte riconducibile al Naegleria fowler:

nel 2004 ad Este, un bambino di 9 anni contrasse l’infezione dopo aver nuotato in un laghetto che prendeva acqua dal fiume Po.

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