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Andrea Butti(Lega Serie A): “Apriamoci all’estero. Noi il motore del calcio italiano”

Special guest del master di Rcs “Giornalismo sportivo oggi”, l’head of competitions della Lega a 360° su Serie A, riforme del campionato, calendari e confronti con l’estero🗣: “Lavoriamo per generare ricavi”👇

📸gianlucadimarzio.com – Presentazione del pallone ufficiale per la stagione di Serie A 21/22 – voceliberaweb

L’intervista. Dall’agosto del 2019 è il responsabile di tutti gli aspetti organizzativi legati al massimo campionato di calcio italiano, incluse le materie regolamentari. Pochi mesi dopo il suo approdo in Lega, si è trovato a dover gestire le enormi difficoltà date dallo scoppio della pandemia da Covid e dal conseguente stop alle competizioni, periodo che ricorda con parole dure🗣: “Nessuno del governo era preparato, ma noi avevamo la credibilità per affrontare l’emergenza. Se non si fosse ripreso a giocare, grazie ai protocolli da noi elaborati, diversi club di A sarebbero falliti”.

Andrea Butti, 46 anni, è un manager ambizioso, sicuro di sé, che non si pone mai limiti. Lo si percepisce subito quando inizia a ripercorrere la sua carriera ultraventennale, partita nell’area comunicazione dell’Inter, dopo una laurea in Bocconi nel 2000. All’interno della società meneghina scala le gerarchie fino a diventare team manager nel 2011, incarico che mantiene fino all’anno seguente, quando il suo titolo cambia in “Operations manager”. Nel periodo della sua permanenza in nerazzurro lavora a stretto contatto con tecnici di fama mondiale quali Josè Mourinho, Rafael Benitez e Leonardo. Due esperienze all’estero ne accrescono la formazione: Direttore tecnico del Monaco in Ligue 1 dal 2013 al 2016, dove assiste ai primi passi da calciatore di un giovanissimo Kylian Mbappé, ruolo che ricoprirà, sia pure per pochi mesi, anche nel club inglese del Wolverhampton, facendo da collante tra la prima squadra e la nuova proprietà cinese. Il ritorno in Italia avviene nel 2017 quando viene chiamato dall’Empoli per assumere l’incarico di direttore generale fino al 2019, anno in cui diviene “Head of competitions and operations” della Serie A. (continua sotto👇)

📸Andrea Butti, al centro, tra Mario Balotelli e Josè Mourinho ai tempi dell’Inter(2008/09)

La sua visione di sviluppo e gestione del calcio italiano è chiara, esposta senza fronzoli, e pone l’accento sulla necessità di reperire risorse guardando oltre il panorama nazionale🗣: “Abbiamo bisogno di valorizzare il nostro prodotto all’estero. Noi italiani abbiamo tanto da offrire ma dobbiamo capire come presentarci al meglio. Giocare la Supercoppa italiana in Arabia Saudita(nel nuovo format con 4 squadre partecipanti ndr.) è una grossa opportunità di valorizzazione del prodotto calcio agli occhi del mondo, al netto delle polemiche che normalmente sorgono in questi casi”. Interessante la parentesi culturale sulle diverse abitudini del tifoso medio nei vari paesi: “Non si può pensare di cambiare la cultura di una nazione alla radice. In Inghilterra ogni tifoso si reca allo stadio con almeno un gadget della propria squadra, idem in Germania, questo in Italia non accade. I nostri club faticano a generare profitto con il merchandising ufficiale, motivo per cui occorre trovare risorse allargando gli orizzonti”.

A chi, tra il serio e il faceto, lancia proposte di riforma della Serie A, come portare a 18 il numero delle partecipanti, oppure introdurre i play-off Scudetto sul modello delle finals di NBA, risponde con pragmatismo, senza posizioni preconcette🗣: “Campionato a 18 squadre? Il vero problema non è la composizione attuale ma la zavorra che ci portiamo dietro. Delle tre leghe professionistiche (Serie A, B e Lega Pro) noi siamo l’unica a generare i ricavi con cui viene alimentato l’intero sistema calcio. Siamo la locomotiva che trasporta tutti”. Sull’ipotesi, varie volte rilanciata nel periodo di assoluto dominio da parte della Juventus, di introdurre i play off per assegnare il titolo la risposta di Andrea Butti si compone di due parti: “Oltre ad un problema di calendario, vista l’oggettiva mancanza di finestre temporali disponibili, c’è una questione legata alla tutela del merito sportivo. Se una squadra riesce a schiantare gli avversari facendo un torneo a sé, come il Napoli lo scorso anno, non le si può chiedere di giocarsi tutto in una singola partita, con il rischio di perdere il vantaggio accumulato in 38 giornate”.

L’head of competitions chiosa poi con una riflessione sulle polemiche che puntualmente scaturiscono dalla composizione dei calendari, rispondendo altresì alle accuse di favoritismo piovutegli addosso ad inizio stagione🗣: “Quanto incidono i favoritismi? Non incidono perchè non esistono. Il calendario viene composto da un algoritmo, a differenza di prima che io arrivassi in Lega, quando veniva fatto a mano, tenendo conto di una serie di variabili, tra cui gli altri eventi che si svolgono negli stadi nel corso dell’anno, gli impegni dei club nelle coppe europee, oppure le concomitanze cittadine riguardanti eventi slegati dallo sport (per esempio il G20 a Roma). Il contemperamento delle esigenze di tutti fa si che ciclicamente qualcuno resti scontento. Per ragioni di calendario, ho dovuto litigare letteralmente con tutti i presidenti di A(ride ndr.).

Foto Claudio Furlan/LaPresse 05 Luglio 2023 Milano, Italia – sport, calcio – Sorteggio calendario del campionato di calcio Serie A 2023/2024

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