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Polonia-Bielorussia, tensione al confine

Allarme: Varsavia delibera l’invio di diecimila soldati al confine con la Bielorussia. Si temono i movimenti della milizia Wagner⬇️

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📷Irredentismo e Nazionalismo – Il corridoio di Suwalki è una striscia di terra lunga 65 chilometri che collega la Bielorussia all’enclave russa di Kaliningradvoceliberaweb

Allarme. Sono giornate di apprensione quelle che si stanno vivendo lungo il confine che separa la Polonia dalla Bielorussia. Una zona, considerata fin dai tempi della dissoluzione dell’Unione Sovietica uno dei punti più critici nello schema dei rapporti tra Nato e Russia, che in questo momento risulta interessata da una serie di pericolosi movimenti da parte delle truppe mercenarie Wagner. Sponda polacca, il timore è che l’ormai noto battaglione stia conducendo delle operazioni volte a preparare il terreno a una possibile occupazione militarizzata di quest’area, fatto che, qualora si verificasse, consentirebbe alla Russia di centrare un importante obiettivo: porre sotto il suo controllo un territorio in grado di fare da cuneo tra la stessa Polonia ed i tre attigui stati baltici (Lituania, Estonia e Lettonia) isolando questi ultimi dalla Nato. Nella tarda serata di Lunedì 14 Agosto l’allarme è stato lanciato dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, il quale, denunciando l’avanzata di cento combattenti Wagner verso la città bielorussa di Grodno, situata a pochi chilometri dal confine, ha espressamente definito la situazione “sempre più pericolosa”. I rischi associati ai movimenti dei miliziani, nonché i ripetuti sconfinamenti effettuati dall’esercito bielorusso negli scorsi mesi, hanno spinto Varsavia a deliberare l’invio alla frontiera di 10.000 soldati in più. In una nota ufficiale il governo ha dichiarato di voler aiutare la popolazione a difendersi dai mercenari del gruppo russo Wagner, trasferitisi in Bielorussia dopo la tentata ribellione di giugno, che in queste ore risultano muoversi proprio lungo lo stretto di Suwalki.

Link con la guerra in Ucraina. L’invasione russa dell’Ucraina ha giocato un ruolo determinante nel delinearsi di questo scenario ad elevato tasso di conflittualità tra lo stato polacco e i miliziani di Prigožin. Recentemente, le tensioni tra il capo dell’organizzazione paramilitare, lo stato maggiore dell’esercito russo ed il ministero della difesa, dopo un lungo accumularsi, sono sfociate in un clamoroso tentativo di insurrezione armata, bloccato soltanto quando gli uomini capeggiati dall’ex “chef di Putin” erano giunti a pochi chilometri da Mosca. In tal senso era stata decisiva la mediazione operata dal presidente bielorusso Lukashenko, in grado di convincere il leader della Wagner a desistere dal suo proposito di avanzata verso la capitale russa. Le uniche certezze degli accordi intercorsi in quell’occasione riguardano la sorte del rivoltoso Prigožin sul cui capo pendevano gravissime imputazioni, a cui è stato invece concesso l’esilio a Minsk e soprattutto la possibilità di far proseguire le attività della Wagner proprio in Bielorussia. Da qui si arriva ai movimenti degli ultimi giorni, denunciati dalla Polonia come tentativi di aggravare una crisi di frontiera che esiste già da diversi anni. Nello specifico Varsavia ritiene che i mercenari russi potrebbero spacciarsi per guardie di confine bielorusse e favorire così l’immigrazione clandestina in Polonia, oppure travestirsi essi stessi da migranti per infiltrarsi nel territorio polacco ed avviare un processo di “destabilizzazione dall’interno”. Una situazione senz’altro incandescente che merita di essere adeguatamente attenzionata. Un altro focolaio rischia infatti di accendersi in Europa.

📷GeoPop – Soldati polacchi rinforzano la recinzione al confine

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