L’accesso ai Servizi Sanitari Sessuali è un diritto.
Secondo l’Agenda 2030 è un diritto avere l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria sessuale, includendo il piano familiare, informativo ed educativo. Come spiega il presidente Mario Puiatti dell’associazione italiana AIED, l’Italia è una delle pochissime nazioni in Europa, insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania a non avere una formazione in ambito sessuale non essendo nemmeno d’obbligo. A differenza della Svezia dove questa formazione avviene fin dal 1955.
L’Italia invece non fa altro che privare gli studenti di un vero e proprio diritto, tanto da lasciare scegliere alle singole scuole se introdurre tale argomento agli alunni. Nel 2015, per rimediare a questo problema si è realizzato un piano di lavoro che sfortunatamente non fu mai attuato.
Secondo la Polizia Postale, il 70% degli adolescenti vede pornografia online, che oggi ha preso il posto dell’educazione sessuale. L’uso costante della pornografia, però, porta ad una visione del sesso distorta e sbagliata da tramandare ai giovani.
Secondo Puiatti per la mancanza di questa istruzione in ambito sessuale, è importante che le linee guida vengano attuate e rispettate non solo da parte dei giovani. In mancanza di un’adeguata istruzione effettiva, molti giovani non hanno la reale consapevolezza delle azioni commesse, alle volte seguite da gravi conseguenze.