Guerra in Ucraina, Medvedev shock: “L’apocalisse nucleare è probabile”
Medvedev🗣: L’attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo apre allo scenario atomico:”Il mondo è in uno scontro peggiore che nella crisi dei Caraibi”
La situazione. Il conflitto russo-ucraino sembra ormai da diversi giorni essere giunto ad una fase di stallo. Le cronache dell’ultima settimana sono coerenti nel riportare come la controffensiva ucraina abbia finito per infrangersi sulle postazioni russe più avanzate, situate nelle regioni di Zaporizhia e Donetsk. Un fronte, quest’ultimo, costituito da una serie di avamposti e campi minati che si alternano a piccoli villaggi fortificati. Gli attacchi portati dall’esercito ucraino hanno in realtà avuto ad oggetto anche il territorio compreso tra Kharkiv e Lugansk con una discesa a sud verso le zone di Bakhmut, Marynka, Avdiivka e Ugledar, senza tuttavia che si sia riusciti a provocare alcun arretramento da parte dei russi. Sugli altri fronti, la pressione delle truppe di Kiev avrebbe il compito di guadagnare un pò di terreno, tenendo impegnate le riserve russe in modo da impedirne il dislocamento sul versante più “caldo” a sud.
Né da una parte né dall’altra insomma si registrano avanzamenti significativi in questo frangente, mentre proseguono ferocemente gli scontri a colpi di artiglieria lungo la linea occidentale. Mosca, dal canto suo, ha dovuto fronteggiare la clamorosa ribellione della milizia mercenaria Wagner, capeggiata dal comandante Evgenij Prigozhin. Ci sono volute poco più di 24 ore per bloccare la rivolta e riportare nei ranghi lo stesso Prigozhin (la cui sorte è ancora tutta da stabilire). Tuttavia, l’iniziativa dei suoi uomini, dapprima intenti a marciare verso la Capitale dopo essere partiti da Rostov sul Don, ha rappresentato il primo vero tentativo di mettere in discussione la solidità interna alla Russia nonché la leadership dello stesso Putin, mai così a rischio da quando il conflitto ha avuto inizio, con gli alleati occidentali che non hanno tardato ad indicare l’accaduto come un segnale di cedimento.
Rebus sic stantibus, l’equilibrio è la conseguenza logica dei rapporti di forza tra i due schieramenti allargati. Da un lato l’Ucraina, supportata dal blocco occidentale, ha dato prova di saper opporre una valida resistenza, senza che questa però si sia trasformata in una controffensiva capace di provocare la definitiva cacciata degli invasori. Dall’altro la Russia, già assicuratasi 5 regioni ucraine (pari al 16% dell’intero territorio), sembra non riuscire a sferrare l’attacco decisivo nelle tempistiche che si erano immaginate. Lo scenario che emerge, come peraltro già ampiamente preventivato dai massimi analisti di guerra statunitensi nel 2022, è quello di uno scontro che con ogni probabilità si protrarrà nel lungo periodo.
La minaccia di Medvedev. Nei giorni scorsi hanno fatto molto discutere le dichiarazioni dell’attuale Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitrij Medvedev, uno dei fedelissimi di Putin, il quale è tornato a ventilare l’ipotesi di una escalation nucleare, come già aveva fatto a pochi mesi dall’inizio dell’invasione. “Noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un’apocalisse nucleare non è solo possibile , ma anche abbastanza probabile” scrive così sul proprio canale Telegram, per poi aggiungere:”Ci sono almeno due ragioni. Primo, il mondo è in uno scontro molto peggiore che durante la crisi dei Caraibi”, e “la seconda ragione è piuttosto banale: le armi nucleari sono già state utilizzate, il che significa che non ci sono tabù”. Il riferimento storico è ovviamente rivolto a quanto fatto dagli Stati Uniti nel ’45 a Hiroshima e Nagasaki, ovvero un precedente che, agli occhi di Medvedev, legittimerebbe il ricorso all’arsenale nucleare anche da parte dei russi. Trattasi di una reale minaccia, di un semplice sproloquio o di una strategia comunicativa per esercitare pressione sul blocco occidentale? Difficile ad oggi credere che una simile ipotesi venga davvero presa in considerazione, per le enormi conseguenze che una scelta del genere produrrebbe tanto sul fronte esterno per un’eventuale reazione americana quanto su quello ‘interno’ (La Russia utilizzerebbe l’atomica con effetti disastrosi su un territorio in parte occupato dal suo stesso esercito). E’ verosimile infatti che le frasi di Medvedev siano tese a riaffermare lo status di grande potenza della Federazione Russa, evidenziando fin dove potrebbero spingersi i russi se messi alle strette, una sorta di promemoria lanciato al mondo, per acquisire potere sulle controparti sia in tempo di guerra che in un futuro ambito negoziale.
Copertina:Eurostar