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Dai cineclub ai social: la nuova era della critica cinematografica

I social network stanno trasformando totalmente i nostri dibattiti cinematografici: nuove voci, formati brevi e un pubblico sempre più attivo.

Dalla carta stampata allo smartphone

Un tempo, la critica cinematografica era riservata a firme di spicco, veniva divulgata tramite quotidiani, riviste specializzate o trasmessa in alcuni programmi televisivi dedicati. Oggi, basta avere uno smartphone e un account TikTok o Instagram per diventare un “critico” e raggiungere migliaia, se non milioni, di spettatori.

La rivoluzione del formato

La trasformazione è talmente visibile quanto elevata. Se prima le recensioni erano testi articolati, ora siamo di fronte a video di 30 o 60 secondi, dove la chiarezza e l’impatto immediato sono più importanti di un’analisi approfondita.

Una critica più personale

Non è solo il formato a cambiare, ma anche il tono e l’obiettivo della critica. Oggi, chi parla di cinema sui social non si limita a valutare un film: consiglia cosa vedere, crea meme, smonta cliché narrativi o commenta le scelte di casting. Eppure vi è un aspetto egualitario in questo cambiamento: Mai come in questo periodo storico, così tante persone hanno avuto l’opportunità di parlare di cinema e di ascoltare voci estranee a questo settore.

Superficialità o nuova accessibilità?

Alcuni recriminano una crescente superficialità, una corsa al“contenuto virale”che non permette di sviluppare una propria riflessione. Il rischio è che la critica diventi solo un altro prodotto da scorrere.

Verso un’ibridazione dei linguaggi

La critica cinematografica, pur evolvendosi, non è scomparsa: si è adattata. Il futuro potrebbe non essere rappresentato dalla contrapposizione tra “vecchia” e “nuova” critica, bensì dalla loro integrazione. Dove c’è passione e competenza, il dialogo sul cinema continuerà a evolversi, schermo dopo schermo.

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