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Coppa Italia Serie C – Per il Catania da salvare solo il gol di Monaco. Cosa rischia il club dopo i disordini di ieri

Il Padova di Torrente si aggiudica il primo atto con le reti di Palombi e Crisetig, ma il colpo di testa vincente di Monaco tiene vive le speranze rossazzurre in una serata per il resto da dimenticare, sia dentro che fuori dal campo.

Catania
📸lasiciliaweb – Salvatore Monaco, 31 anni, al Catania da gennaio 2024 – voceliberaweb

L’immagine che Catania ed il Catania proiettano di loro stessi dal teatro dell’Euganeo all’Italia intera è la peggiore possibile. Una finale che si attendeva come appuntamento importante nell’ambito di una stagione molto complicata, una vetrina di sport da esibire al paese in diretta nazionale, irrimediabilmente macchiata agli occhi di tutti da azioni che con lo sport non hanno nulla a che vedere. I temi squisitamente tecnici della partita retrocedono fino a risultare quasi marginali rispetto al senso di sgomento e sdegno suscitati dall’aver assistito a scene di un becerume angosciante. A fine primo tempo, un gruppo di supporters catanesi riesce a superare le barriere e a portarsi a ridosso della tribuna est, cercando il contatto con la tifoseria di casa. A quel punto va in scena un lancio di oggetti e fumogeni all’indirizzo dei padovani, oltre al tentativo di sottrarre uno striscione a questi ultimi. L’intervento congiunto di forze dell’ordine e vigili del fuoco consente che il match riprenda regolarmente senza venire sospeso. Il comunicato emesso quest’oggi dalla questura di Padova parla di 3 tifosi del Catania fermati in flagranza di reato dalla polizia locale e altri 2 individuati dalla Digos di Catania grazie alle immagini degli scontri.

Si riporta inoltre come tra gli agenti di polizia vi siano 8 feriti, nessuno dei quali in gravi condizioni.

Da Catania-Pescara a Padova-Catania, cosa rischia adesso il club etneo? Tre mesi dopo, un altro episodio di violenza vede protagonista la parte più facinorosa della tifoseria, con la Coppa Italia a fare ancora una volta da sfondo. L’elemento della recidività rischia di pesare tantissimo sull’entità delle sanzioni che la società rossazzurra dovrà inevitabilmente scontare. Allora i tafferugli che precedettero la partita casalinga con il Pescara, sia pur avvenuti a distanza dallo stadio e con un minor numero di persone coinvolte, ebbero come conseguenza la chiusura totale del “Massimino” limitatamente al turno successivo di campionato (Catania-Sorrento). Oggi appare scontato, se non già scritto, che la punizione integri una multa salatissima e una chiusura del “Massimino” che potrebbe protrarsi per più turni, insieme ad una serie di divieti riguardanti le trasferte. Rimane in piedi l’ipotesi della squalifica del terreno di gioco da qui alla fine della stagione, con conseguente obbligo di giocare le restanti partite in campo neutro e a porte chiuse.

La finale: primo round ai patavini. I novantacinque minuti dell’Euganeo consegnano l’ennesima immagine di un Catania dal doppio volto. Lento, largo tra i reparti e imballato nel primo tempo, quando i padroni di casa approfittano degli spazi concessi per colpire in ripartenza, prima con Palombi e poi con Crisetig, sfiorando anche il tris che avrebbe rappresentato chiusura anticipata della contesa. Più risoluto nella ripresa, quando i ritmi del Padova si allentano e i palleggiatori rossazzurri hanno la possibilità di prendere in mano la gara, senza tuttavia creare grosse occasioni da rete. Il guizzo di speranza arriva quindi da palla inattiva: corner battuto teso da Peralta e deviazione vincente di Monaco che beffa Zanellati sul primo palo e riapre improvvisamente i giochi. Il vantaggio veneto viene dimezzato e le speranze rossazzurre si mantengono vive per il ritorno del 2 aprile. Ed è davvero l’unica nota positiva di una serata per il resto amarissima.

📸GazzettaDelloSport
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