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Bruno Sammartino – La roccia di Pizzoferrato

Lo scorso 1° maggio la WWE (World Wrestling Entertainment), la federazione di wrestling più conosciuta al mondo, ha fatto il suo ritorno in Italia, precisamente a Bologna. L’evento ha avuto un successo clamoroso, a dimostrazione della passione e dell’interesse degli italiani verso la disciplina. Cogliamo l’occasione per parlare del più grande wrestler di tutti i tempi, nonché nostro connazionale: Bruno Sammartino.

La straordinaria carriera

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Bruno Sammartino nasce il 6 ottobre 1935 a Pizzoferrato, in Abruzzo. Nel 1947 si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti, nella città di Pittsburgh, dove Bruno inizierà la sua carriera da wrestler professionista, prima del grande salto nel 1963 in WWE (allora denominata WWWF, acronimo di World Wide Wrestling Federation). Il 17 maggio dello stesso anno vince il suo primo WWWF World Heavyweight Championship, ossia il titolo più prestigioso della federazione, grazie alla vittoria ottenuta nel match contro Buddy Rogers, contesa durata solamente 48 secondi. Da quel momento inizierà il regno titolato più longevo della storia del wrestling: “The Italian Strongman” manterrà il titolo per ben 2.803 giorni, vale a dire 7 anni e 8 mesi. A porre fine al dominio del campione italiano sarà Ivan Koloff, il 17 gennaio 1971 tra lo stupore e l’incredulità dei 22.000 spettatori al Madison Square Garden di New York.

Dopo una breve parentesi nella WWA (World Wrestling Association), “The Original Italian Stallion”, torna in WWWF nel 1973 e poco dopo riconquista il WWWF World Heavyweight Championship, sconfiggendo Stan Stasiak. Il regno dell’abruzzese stavolta non sarà così dominante come il primo, ma comunque riuscirà a rimanere campione per 1.237 giorni, ovvero 3 anni e quasi 5 mesi. Grazie a questo secondo regno titolato, Bruno registrerà un altro impressionante record: esser stato campione mondiale per 4.040 giorni, ben 11 anni, un record che molto probabilmente rimarrà tale per sempre.

Il ritiro e la Hall of Fame

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Bruno combatte il suo ultimo incontro il 29 agosto 1987 nel quale, al fianco di un’altra leggenda come Hulk Hogan, riesce a sconfiggere il team formato da King Kong Bundy e One Man Gang. Dopo poco tempo dal suo ritiro, lascia definitivamente la federazione, a causa di alcune divergenze con il proprietario Vince McMahon. Farà il suo ritorno il 6 aprile 2013, occasione in cui il wrestler italiano verrà introdotto nella Hall of Fame della WWE. Proprio durante quella cerimonia, svoltasi al Madison Square Garden, “The Living Legend of Professional Wrestling” farà registrare un altro record: sarà la 188^ volta in cui la sua presenza porterà la prestigiosa arena al sold out.

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Il 5 agosto 2017 nella sua città natale viene eretta una statua alta 3 metri, raffigurante proprio il campione originario di quella terra. Bruno muore il 18 aprile 2018 a Pittsburgh all’età di 82, a causa di problemi cardiaci. Egli non è ricordato soltanto per le imprese sul ring, ma anche per la sua lotta per garantire al wrestling quella credibilità e quel rispetto che gli era stato negato, schierandosi sempre contro la visione della disciplina come finzione o sport entertainment.

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