CulturaSocietà

Il ristorante degli ordini sbagliati . “Restaurant of Mistaken Orders”.

È in questo modo che “Restaurant of mistaken orders” apre la pagina iniziale del suo sito.

Un benvenuto senz’altro bizzarro, che potrebbe far storcere il naso di fronte alla prospettiva di una simile – cattiva – esperienza.

Eppure, in questo ristorante di Tokyo, l’errore è concesso e ben accolto, ed è proprio su questo che si basa l’essenza stessa dell’attività.

«Siate certi che anche se il vostro ordine è sbagliato, tutto sul nostro menu è delizioso e unico nel suo genere» continua.

Ciò che importa è il rispetto e la tolleranza verso il prossimo.

Quello di “Restaurant of mistaken orders” è un concept innovativo e attento al sociale, rivolto alla riqualifica di coloro che, affetti da demenza, sono spesso estromessi dal mondo del lavoro.

È questa particolare condizione, infatti, a caratterizzare i suoi dipendenti e ad aver catturato l’attenzione del mondo, divenendo il suo vero prodotto di punta e sradicando l’immagine stereotipata del freddo e meticoloso Giappone di cui abbiamo tutti conoscenza.

Il Giappone è un paese con un’alta proporzione di persone anziane e registra il maggior numero di casi prevalenti di Alzheimer in crescita al mondo.

La malattia è irreversibile, senza cura, e può influire gravemente sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono.

La demenza, si pronostica, colpirà una persona su cinque nel 2025 e, nel 2050, i casi ammonteranno a 150 milioni.

Nonostante il Governo giapponese si sia già adoperato nel fornire tutti i possibili servizi e agevolazioni alla fetta della popolazione che ne è interessata, la demenza continua ad essere “ampiamente incompresa”.

«Le persone credono che non si possa fare nulla per se stessi e la condizione spesso significa isolamento dalla società. Vogliamo cambiare la società per renderla più attenta e accessibile, in modo che, demenza o non demenza, possiamo vivere insieme in armonia» dichiara Shiro Oguni, l’ideatore, all’inizio del video di presentazione del progetto.

«Come tutti gli altri, la mia consapevolezza della demenza all’inizio tendeva verso immagini negative di persone che erano “estremamente smemorate” e “vagabonde senza meta”. Ma in realtà, possono cucinare, pulire, fare il bucato, andare a fare la spesa e fare altre cose “normali” per se stessi.»

Il messaggio lanciato è chiaro e colpisce nel segno, sensibilizzando su un tema su cui spesso non si ha consapevolezza. Ed è questo che si augura di fare “Restaurant of Mistaken orders”: che il sentimento di apertura e comprensione respirabile fra i suoi tavoli si diffonda in Giappone e in tutto il mondo.

Il ristorante ha vinto uno dei più alti riconoscimenti creativi, il Leone di Cannes, e vanta dalla sua vari altri premi, ricevuti sia in Giappone che all’estero.

L’impatto positivo dell’iniziativa e la vincente strategia di comunicazione adottata dal brand continuano a raccogliere ovunque reazioni favorevoli, spingendo il ristorante, nato come pop-up, a replicare l’evento regolarmente.

Lo spirito di “Restaurant of Mistaken Orders” sembra adattarsi perfettamente alla metafora e tecnica giapponese del kintsugi, l’arte di esaltare il danno, di non vergognarsi delle ferite.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *