Ilaria Salis tra libertà e carcere: Bruxelles rinvia il voto sull’immunità
Ilaria Salis rischia di tornare in carcere. L’eurodeputata era stata eletta al Parlamento europeo durante le ultime elezioni del 2024, ottenendo così l’immunità parlamentare. Lo scorso ottobre è però arrivata la richiesta di revoca da parte delle autorità ungheresi all’Europarlamento. Se al termine della relativa procedura quest’ultimo dovesse concedere il via libera Ilaria Salis potrebbe ritornare in carcere.
La vicenda ha visto l’insegnate e attivista italiana detenuta per oltre un anno in un carcere di Budapest, con l’accusa di aver aggredito nel febbraio 2023 alcuni militanti neonazisti. Nello specifico si parlerebbe di lesioni aggravate e partecipazione a un’associazione criminale chiamata “Hammerbande”. Il caso Ilaria Salis ha acquisito via via risonanza mediatica, in particolare per alcune foto che testimoniavano la sua condizione detentiva, insieme alla richiesta di 11 anni di detenzione, assumendo sempre più i contorni di un caso politico oltre che giudiziario.

L’immunità
Con l’elezione a Bruxelles Salis ha usufruito dell’immunità parlamentare prevista per gli eurodeputati. L’istituto serve a tutelare l’indipendenza e la libertà d’operato dei parlamentari, offrendo uno “scudo” contro le possibili pressioni politiche realizzate tramite la minaccia di procedimenti giudiziari. La stessa immunità copre anche i fatti commessi prima dell’inizio del mandato stesso che la conferisce, proprio come nel caso dell’attivista italiana.
La Commissione JURI
Le valutazioni circa le concessioni o le revoche delle immunità ricadono nella sfera di competenze della Commissione JURI, una commissione giuridica anche detta “Committee on Legal Affairs”. A quest’organo, composto da eurodeputati scelti in proporzione ai gruppi politici presenti nel Parlamento, le autorità ungheresi hanno presentato la richiesta di soppressione dello scudo giudiziario che ha protetto Ilaria Salis. La stessa Commissione JURI si è quindi riunita per esaminare la vicenda, ascoltando nel mese di febbraio la stessa eurodeputata italiana.
Lo scorso 4 giugno si è tenuta una successiva riunione in seguito alla quale era attesa la relazione finale del relatore Vázquez Lázara del Partito Popolare Europeo, prevista per il 24 giugno e poi rinviata, non risultando più all’ordine del giorno della Commissione. Il motivo sembrerebbe esser dovuto ad un ritardo da parte dello stesso eurodeputato spagnolo che quindi potrebbe far slittare il voto a luglio o settembre, cioè dopo la pausa estiva.

Il commento di Ilaria Salis
La parlamentare europea, eletta come indipendente nella lista di Alleanza Verdi-Sinistra, ha così commentato la notizia del rinvio della votazione: “Apprendo che il voto in Parlamento europeo sulla richiesta di revoca della mia immunità è stato rinviato. La battaglia continua!“.
In precedenza l’attivista italiana aveva spiegato in merito ad una possibile revoca del suo status di immunità: “Se così fosse, verrei esposta a una persecuzione politica certa e spietata… Rischierei di tornare in fondo a quel maledetto pozzo in cui, per mesi, sono stata rinchiusa ingiustamente, in violazione dei più basilari diritti fondamentali. In Ungheria il processo nei miei confronti ha già una sentenza scritta. Mi hanno già definita una ‘criminale’, una ‘terrorista’, e merito una condanna esemplare. Le udienze sarebbero una farsa pesantemente condizionata dal potere politico. Il Parlamento Europeo deve scegliere da che parte stare, assumendosi quindi tutta la responsabilità, morale e politica: con lo Stato di diritto e la democrazia, o con il regime illiberale di Orbán”.