Dalla Premier a Wimbledon, lo sport piange Diogo Jota
E’ trasversale il cordoglio suscitato nel mondo dalla tragica scomparsa del 28enne calciatore del Liverpool. In suo omaggio, a Wimbledon si è contravvenuto ad una regola storica.

Ventotto anni, tre figli, sposato da pochi giorni, tra club e nazionale una carriera calcistica dalla quale stava raccogliendo grosse soddisfazioni, con la prospettiva di continuare a vivere dentro un sogno ad occhi aperti, qualcosa di inimmaginabile anche da bambino.
Per Diogo Jota il tempo si è fermato all’improvviso, intorno alla mezzanotte di giovedì, al km 65 dell’autostrada spagnola A-52 nei pressi di Cernadilla, in provincia di Zamora. Un sorpasso a gran velocità, lo pneumatico che scoppia, l’auto che finisce fuori strada, l’incendio, le fiamme che l’avvolgono e non danno scampo. Il dramma si consuma in fretta.
Due giovani vite, quella di Diogo e del fratello minore Andre(25 anni) che viaggiava con lui, brutalmente strappate via all’affetto dei loro cari, senza che si riesca a trovare un senso. “Deve esistere un disegno più grande – scrive sui social un attonito Jurgen Klopp – ma io non lo vedo!”.
A rimanere è il dolore, oltre allo sgomento, quello della moglie Rute, conosciuta ai tempi del liceo, dei figli, troppo piccoli per doverlo sostenere, della famiglia, degli amici più stretti.
Ma come accaduto tristemente per altre tragiche scomparse di sportivi, il dolore si allarga ad un’intera comunità, che non conosce confini geografici, ma si ritrova unita nel piangere l’addio di un ragazzo che quasi nessuno conosceva di persona, ma viene sentito in qualche modo “vicino”, quasi “uno di loro”.

Per questo motivo da due giorni si moltiplicano senza sosta gli omaggi allo sfortunato calciatore portoghese all’esterno di Anfield Road, il celebre stadio che ospita le partite casalinghe del Liverpool, squadra con cui Diogo Jota appena due mesi fa sollevava al cielo il trofeo per la vittoria della Premier League.
Fiori, sciarpe, bandiere, messaggi. Campeggia il rosso, colore tradizionale del club, ma tra i numerosi tributi depositati fuori dal “suo” stadio c’è spazio per tutti. C’è il blu dell’Everton, acerrima rivale cittadina dei reds, e quello del Chelsea; c’è l’azzurro del Manchester City ed anche il rosso del Man United, la squadra che assieme al Liverpool dà vita alla più accesa rivalità tradizionale del calcio inglese.
Ci sono i colori e i vessilli di club e tifoserie vicine e lontane, perché non vi sono colori che dividono davanti ad una tragedia così grande, perché non c’è rivalità che tenga di fronte al dolore.
Dalla Premier a Wimbledon

Un cordoglio trasversale, ad esprimerlo tutte le principali leghe calcistiche del mondo, e che quindi travalica confini, anche sportivi, di tradizione e di etichetta. Allora accade che a Wimbledon, il più rigido e austero dei tornei tennistici nel circuito mondiale, si scelga di contravvenire alla regola più rigida e austera: quella sul vestiario.
Con una svolta a sorpresa, la direzione dei championships ha consentito agli atleti che lo desiderino di indossare delle fasce nere al braccio, in segno di lutto, per commemorare il povero Jota, derogando così ad un obbligo formale che affonda le radici nella storia stessa della disciplina e che mai aveva conosciuto eccezioni: i tennisti in gara devono essere rigorosamente vestiti di bianco.
Tra quanti hanno già raccolto l’iniziativa dello Slam britannico per omaggiare l’attaccante del Liverpool c’è Francisco Cabral, tennista portoghese sceso in campo con il lutto sulla manica in memoria del connazionale.
“Per la prossima partita prenderò un fiocco. Diogo era una persona importante in tutto il mondo, non solo in Portogallo. Mando un grande abbraccio alla famiglia“
